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Domenico Gabriele D omenico era un bambino a cui piaceva studiare e per questo veniva spesso preso in giro con l’appellativo di secchione. Oltre allo studio amava il calcio e infatti ogni fine settimana andava a giocare con il padre al campetto pubblico per fare delle partitelle insieme ai suoi amici. Domenico aveva scoperto che il calcio era manipolato, pieno di scorrettezze e per questo motivo lui voleva diventare allenatore, per far sì che nella sua squadra non si barasse. Dodò viveva in una famiglia povera, motivo per cui i suoi genitori avevano deciso di non avere altri bambini ma, nonostante questo, desiderava tantissimo avere un fratellino per condividere con lui la sua passione per il calcio. Un giorno, tornato a casa da una partitella con il padre, la madre gli disse: «Dodò, un imprenditore vuole assumerci nella sua azienda». Dodò era felice per questa notizia perché avrebbe forse potuto realizzare il sogno di avere un fratello. Dopo alcuni mesi scoprì che la madre era incinta, il suo sogno si sarebbe potuto realizzare. Fu per questo che i nove mesi di gestazione della madre li visse personalmente con una trepidazione immensa. Al termine della gravidanza il suo fratellino nacque e lo chiamarono Alessandro. Non appena Alessandro fu in grado di camminare, Dodò cercò di farlo giocare il più possibile con la palla al fine di farlo familiarizzare con il pallone. 47

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