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Salvatore e Giuseppe Asta nche quella mattina di aprile i due gemelli Giuseppe e Salvatore litigavano, questa volta perché volevano vestirsi diversamente. Come al solito, i loro litigi ritardavano la partenza in macchina per raggiungere la scuola. La sorella maggiore Margherita, disperata, approfittò di un passaggio della vicina di casa e così, in auto con la mamma, salirono solo Giuseppe e Salvatore, ancora bisticciando fra loro. A Giunti a scuola, i bambini salutarono con un bacio la mamma ed entrarono in classe, dove ad accoglierli c’era la maestra, che li invitò a sedersi ai loro posti. Durante la lezione l’insegnante li richiamò più volte perché i due continuavano a litigare, dicendo loro: «Giuseppe e Salvatore, basta!». Alla fine essi si zittirono e la maestra andò avanti a spiegare gli articoli, chiedendo a Giuseppe se sapeva quelli determinativi. Lui rispose: «Sì! Sono: il, lo, la, l’, i, gli, le». «Bravo, Giuseppe! E tu, Salvatore, dimmi gli articoli indeterminativi.» «Sì, maestra Attilia. Sono: un, un’, una, uno.» «Bravo, Salvatore!» La maestra, contenta, diede a Giuseppe e Salvatore un bel più. Suonò la campanella dell’intervallo e i gemelli andarono a giocare con i loro amici. L’intervallo finì ed iniziò l’ora di matematica. La maestra Angela chiese a Salvatore: «Quanto fa 5+3?». Salvatore prontamente rispose: «Fa 8!». «Bravo! E ora chiediamo a Giuseppe: quanto fa 8+5?» Giuseppe, senza alcuna esitazione, disse: «Fa13!». «Bravo, Giuseppe! Vi siete meritati entrambi un più.» Arrivò l’ora di andare in mensa, i due bimbi 82

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