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Domenico Gabriele a partita è in corso. Dodò, però, stavolta vuole giocare più del solito, perché ha deciso di mettersi a dieta e vuole fare, dunque, molto più movimento. Così suo padre, ogni dieci minuti, esce dal campo e gli lascia il posto. Dodò vuole diventare un fuoriclasse come i giocatori della serie A, perciò si impegna e corre come un fulmine sul campo. Il papà lo incita dalla panchina. Dopo un passaggio perfetto da parte del suo amico e compagno di squadra Ciro, Dodò riesce a segnare il goal della vittoria. Tutti i suoi compagni si complimentano: «Bravissimo! Complimenti! Senza di te avremmo perso!». Anche Ciro, il più bravo della squadra, gli stringe la mano e dice: «Ma sì, bravino …». L Dopo aver festeggiato in pizzeria con tutta la squadra, Dodò e il papà tornano a casa. Il ragazzino è euforico e non vede l’ora di raccontare tutto alla mamma, che non ha potuto assistere alla sua vittoria. Pensa tra sè che quella è davvero una magnifica giornata, ma non immagina di certo che di lì a poco andrà ancora meglio. Arrivato a casa, si precipita urlando all’interno: «Mamma, mamma, ho segnato il goal della vittoria!!». E, mentre racconta ogni singola azione avvenuta in partita, si sente suonare il campanello. Alla porta c’è un signore che non ha mai visto prima, lo osserva molto scettico e curioso. Vede che è alto ed imponente e suscita anche un po’ di timore. L’uomo si presenta così: «Buongiorno, mi chiamo Gino e sono il pro74

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