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mente, a causa della situazione economica dei suoi genitori, lui giocava solo per strada, nel vicoletto dietro alla misera casa in cui viveva. Non era mai entrato a fare parte di una squadra “vera” perché i ragazzini venivano selezionanti non solo in base alla loro abilità ma anche alla disponibilità economica della famiglia. Un giorno in cui era all’oratorio, si trovò a discutere su una regola del calcio con i suoi amici che non conoscevano tanto bene il regolamento calcistico mentre lui, in questo ambito, era piuttosto esperto. Durante la discussione, mentre si scambiavano qualche passaggio, passarono dei dirigenti della F.I.G.C. che notarono l’abilità di Dodò e gli chiesero se voleva entrare a fare parte della squadra del paese. Lui era eccitato e felicissimo all’idea ma al tempo stesso preoccupato, perché sapeva che la sua famiglia non avrebbe potuto affrontare la spesa per l’iscrizione né tanto meno comprargli anche solo un paio di scarpe decenti, se non proprio di marca. Uno dei dirigenti, che era a conoscenza della sua situazione famigliare, si presentò il giorno dopo a casa sua, spiegando alla madre che volentieri avrebbero offerto loro l’iscrizione e sostenuto le spese necessarie per consentire a Domenico di giocare. La madre allora parlò con suo marito e con Domenico, che promise che 42

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