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Il futuro di Domenico omenico, che veniva chiamato da tutti Dodò, era un undicenne dolce e gentile, robusto e di bassa statura; aveva occhi marroni e uno sguardo molto profondo. A Dodò piaceva molto il calcio e, come tutti i ragazzi, sognava di diventare un giorno un grande e famoso calciatore, anche perché ciò gli avrebbe consentito di realizzare un altro suo sogno. D Infatti desiderava tanto avere un fratellino, ma i suoi genitori non lo potevano accontentare per motivi economici, in quanto spesso si trovavano senza lavoro. Un giorno però Dodò e la sua famiglia si trasferirono in Spagna, dove il padre trovò finalmente un lavoro stabile e Dodò riuscì ad entrare in un forte club di calcio. Era felicissimo ed era certo che avrebbe potuto realizzare il suo sogno. Il ragazzo tuttavia non giocava tutte le partite perché l’allenatore lo riteneva un calciatore non molto valido. Quante volte Dodò si sentì umiliato e triste per essere sempre lasciato in panchina! Un pomeriggio, però, in una partita, l’attaccante più forte della squadra si infortunò per un pesante fallo dell’avversario, il coach, non avendo altra possibilità di scelta, fece entrare Dodò, che, come al solito, attendeva speranzoso questo momento in panchina. Finalmente avrebbe potuto mostrare le sue doti calcistiche. Entrò così in campo un po’ titubante ma determinato a far vedere chi era veramente. 51

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