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appena arrivato a casa sviluppa una febbre altissima, così alta da richiedere il ricovero in ospedale. Giuseppe è talmente turbato da non riuscire a raccontar nulla; nel suo delirio causato dal febbrone riesce soltanto a ripetere di continuo il nome di Placido Rizzotto. Secondo altri, sono passati tanti anni e a volte i ricordi tramandati sono confusi, ha la forza di confidare di aver visto uccidere un contadino. Il medico che lo ha in cura gli fa una iniezione, ma non riesce a salvarlo. Si scoprirà poi che in quella siringa non c’era un farmaco, ma un veleno. Giuseppe non era nel posto sbagliato al momento sbagliato. Giuseppe era dove avrebbe dovuto essere un pastorello nel 1948: era nelle campagne, sulla strada verso casa, dopo una giornata in compagnia del nonno. 11

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